Bene, è arrivato anche il momento dei saluti, in questo anno scolastico del tempo sospeso, e per i tuoi compagni delle classi quinte è un saluto senza la fisicità del commiato ai compagni, magari di cinque anni, ai docenti. Certo, alla luce delle disposizioni sanitarie in vigore oggi, sarà comunque possibile per loro varcare la soglia della scuola, al termine dell'esame, girarsi e con lo sguardo contemplare tutto il Besta, con quell'onda di ricordi che travolge e per qualche secondo toglie il respiro, in attesa di iniziare a respirare a pieni polmoni la nuova vita che aspetta solo di iniziare e di essere vissuta...
Rimane il fatto che un esame di stato così non si era mai visto, e la professoressa Germana Giannotta vuole mandare un saluto vero ed accorato alle studentesse ed agli studenti delle classi quinte dove ha insegnato, e lo fa con queste parole. Leggiamole insieme...
Alle classi 5H e 5F LES
Ragazzi carissimi,
per chi come me ha sempre creduto molto nella parola, nella sua profondità, nella sua forza emotiva e comunicativa … restare senza è il segnale più concreto e manifesto della eccezionalità del momento che viviamo. Nel caos della mia quotidianità, negli scaffali dove solo da pochi giorni sono riuscita (finalmente!) a collocare qualche libro impolverato ho ritrovato un testo di Italo Calvino, Lezioni americane - Sei proposte per il prossimo millennio.
Ho deciso così di affidare a questo scrittore di straordinaria ricchezza concettuale ed eleganza raffinata quelle parole che mi mancano e che però non posso e non voglio rinunciare a dedicarvi. L’appendice di questo libro ha un titolo bellissimo, Cominciare e finire. Proprio nelle pagine conclusive Calvino scrive:
“Ho preferito parlare di particolare e di molteplice, anziché di «parte» e di «tutto», perché «tutto», «totalità» sono parole di cui diffido sempre un poco. Non ci può essere un tutto dato, attuale, presente, ma solo un pulviscolo di possibilità che si aggregano e si disgregano. L’universo si disfa in una nube di calore, precipita senza scampo in un vortice d’entropia, ma all’interno di questo processo irreversibile possono darsi zone d’ordine, porzioni d’esistente che tendono verso una forma, punti privilegiati da cui sembra di scorgere un disegno, una prospettiva. L’opera letteraria è una di queste minime porzioni in cui l’universo si cristallizza in una forma, in cui acquista un senso, non fisso, non definitivo, non irrigidito in un’immobilità mortale, ma vivente come un organismo”.
Ecco …io spero che il tempo che abbiamo trascorso insieme, le lezioni di letteratura che erano lettura e parafrasi ma anche dialogo e confronto, esplorazione e conoscenza di sé, ricerca di senso e ‘leggerezza’, siano state in qualche modo il nostro ‘punto privilegiato’, la nostra ‘porzione d’esistente’… non solo quando eravamo in classe, quando tutto era ‘facile’, alzarsi, vestirsi, prendere la metro, andare a scuola, entrare in classe …gesti e movimenti scontati, ma soprattutto in questi ultimi tre mesi …quando tutto improvvisamente si è fatto difficile. Ed ecco allora che Calvino sembra parlare di questi mesi, di questi tempi, di noi … Le ore di letteratura, a dispetto di tutto, dietro quell’odioso schermo impersonale ma così necessario, ci hanno aiutato a ricostruire un senso, a tenere vivo un legame, a parlare di sentimenti e di immaginazione, a ragionare insieme su quanto sia fragile questo nostro mondo (Leopardi l’aveva capito benissimo) e ancor più fragili noi che lo popoliamo ma non (sempre) riusciamo ad amarlo.
All’esame andrà tutto bene.
Con affetto
Prof. Giannotta
Nessun commento:
Posta un commento