MOSTRA AL MUDEC IN REMOTO
‘ROBOT THE HUMAN PROJECT’
Si potrebbe pensare che l’intelligenza artificiale e gli automi appartengano alla fantascienza o al futuro, ma in realtà il primo robot risale a più di 2000 anni fa: si trattava di una sorta di planetario inventato dai greci al fine di creare un calendario stabilendo la distanza degli astri; mentre, per quanto riguarda gli automi, che erano principalmente creati per intrattenere il pubblico, uno dei primi fu un’ancella in grado di versare il vino ai commensali. Persino Leonardo Da Vinci creò dei leoni meccanici capaci di camminare, sedersi ed aprire le fauci, da cui poi fuoriuscivano dei gigli in onore della famiglia di Francesco I di Francia.
Con il passare del tempo questi robot hanno preso sempre di più le sembianze umane e hanno iniziato a svolgere attività simili alle nostre, come ad esempio scrivere, danzare o parlare.
La svolta che diede l’avvio allo studio di nuove tecnologie per fare progressi nel campo della robotica si ebbe nel 1946, quando venne creato il primo computer della storia nell’Università della Pennsylvania: era grande come una stanza e utilizzava talmente tanta energia che l’intera città andò in blackout. La cosa sorprendente è il fatto che per processare lo stesso numero di dati, se non addirittura in quantità superiore, ora è sufficiente un comune cellulare.
Proprio a causa di questo sviluppo così intenso, però, la tecnologia ha creato anche una sorta di dipendenza da parte dell'essere umano. Molte persone non riescono a stare senza il proprio cellulare o rimangono per ore di fronte a uno schermo.
Cosa c'entra l'intelligenza con la tecnologia? Semplice, abbiamo sviluppato una serie di macchinari in grado di sostituire l'uomo e di svolgere calcoli complessi. Siamo arrivati a creare un'intelligenza artificiale, cioè l'abilità di una macchina dotata di capacità umane come ragionamento, apprendimento, pianificazione e creatività. Essa permette di relazionarsi con l'ambiente, di risolvere problemi e agire verso un obiettivo specifico. In più, questo tipo di intelligenza, adatta il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando autonomamente.
Uno sviluppo particolarmente interessante si deve a Hiroshi Ishiguro, che ha creato un androide uguale a lui sia nell’aspetto che negli atteggiamenti ed è stato utilizzato per vedere la reazione umana nei confronti di robot dalle caratteristiche fisiche simili a noi: si può affermare che una creazione così simile all’uomo può essere vista come inquietante. Infatti, paradossalmente, si tende ad essere meno intimoriti da un robot se lo si identifica esplicitamente in quanto tale, ossia quando si possono vedere i suoi circuiti, come per esempio Robothespian, creato appositamente per l’interazione con gli umani, in grado di comunicare e intrattenere le persone: è il primo robot dotato di intelligenza artificiale, cioè ha la capacità di trovare una soluzione ad un problema attraverso l’ambiente e le conoscenze personali, proprio come noi umani.
L'uomo è sempre stato un essere sociale e razionale, dotato di processi cognitivi che gli permettono di rapportarsi con l'ambiente che lo circonda. L'uomo è complesso, non ha sempre una risposta a tutto ed è così imprevedibile che non possiamo sapere quale sarà la sua prossima mossa. A differenza degli animali è dotato di un pensiero razionale e di un'intelligenza che lo porta a trovare soluzioni per poter risolvere dei problemi.
Al giorno d'oggi studiamo come la tecnologia ha influenzato l'uomo, sia positivamente che negativamente.
In senso positivo ci ha aiutati a sviluppare studi come la realtà virtuale, che ha portato il soggetto a immedesimarsi e incorporarsi in un mondo secondario e interagire con una realtà diversa da quella dove vive realmente. Tutto ciò è servito per trovare risposte a delle domande che l’uomo si poneva già in passato, a cui non riusciva a rispondere perché non aveva abbastanza esperienza. Ma fino a che punto siamo arrivati? Grazie alle innovazioni tecnologiche siamo riusciti a creare delle protesi in grado di sostituire parti del corpo.
Gli enormi progressi fatti nel campo della scienza bionica hanno consentito di creare delle protesi umane in grado di muoversi grazie a delle interfacce neurali per i nervi periferici e oggi, grazie a degli impulsi elettrici, si riesce a riprodurre circa il 90% delle funzioni umane.
Crediamo che nonostante i film e i libri di fantascienza ci abbiano in qualche modo abituati alla figura e alla possibile presenza di robot e androidi, l’umanità non è ancora del tutto pronta ad accoglierli nella quotidianità, nonostante i notevoli aiuti che potrebbero dare a soggetti con disabilità. Certe persone temono addirittura il fatto che potrebbero rimpiazzarci o farci del male… ma ciò che ci si chiedo è: perché dovremmo essere spaventati da qualcosa che noi stessi abbiamo creato?
Ed ora, dopo questa dettagliatissima lettura, a Voi i video di questo incontro, degni di Guerre Stellari!!!!
domenica 23 maggio 2021
IL BESTA AL MUDEC PER GUIDARE UN ROBOT!!!
Succede ai nostri giorni: ad un docente viene richiesto di guidare un Robot, vero professoressa Angela Dora Mangano? Bando alle ciance quindi, e leggiamo subito le parole di Giulia Gadaleta e Mary J Ramirez della 1F Les che ci raccontano in prima persona questa bellissima esperienza al Mudec:
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