sabato 23 maggio 2020

IL 23 MAGGIO 1992 AL BESTA

Sabato 23 maggio 1992, tu, non eri ancora nato. Forse i tuoi Genitori non si conoscevano neppure. Eppure i tuoi insegnanti si ricordano bene questo giorno funesto e triste. Molti Collaboratori scolastici, sì, proprio i Tecnici che ti hanno fornito le password di accesso per la didattica a distanza, erano ragazzi ed alcuni di loro vivevano proprio in Sicilia,  Anche alcuni dei tuoi insegnanti erano in Sicilia, e ce ne sono anche alcuni che, anche se non siciliani, il tratto di autostrada che dall'aeroporto conduce a Palermo lo conoscono bene: chi ci è passato spesso per lavoro, chi per andare in pellegrinaggio, anni dopo, all'Albero Falcone.   Giovanni Falcone, anni prima, ha conosciuto ad una cena, appena rientrato a Palermo da un incarico precedente una dolce e importante Collega, Francesca Morvillo, Giudice del Tribunale dei minori, troppo spesso ricordata solo per essere "semplicemente" la "Moglie del Giudice Falcone". La loro sintonia è perfetta, così come il colpo di fulmine che li unirà, ma anche  la visione del loro lavoro ed il senso della vita, anche nella scelta drastica della mancata genitorialità in quel lancinante "non si mettono al mondo degli orfani". Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, sono gli Agenti della scorta che cadranno con Loro. Dieci anni prima, un altro Giudice, un altro Giudice assassinato, Rocco Chinnici, Padre nobile del Pool Antimafia di Palermo, aveva detto che per Lui, il pensiero più grande non era quello di morire in un attentato, cosa che avvenne regolarmente in via Pipitone Federico, ma che a morire con lui fossero gli Agenti della sua scorta.  Leggiamo insieme alcune parole del Giudice Giovanni Falcone:
 “Credo che Cosa nostra sia coinvolta in tutti gli avvenimenti importanti della vita siciliana, a cominciare dallo sbarco alleato in Sicilia e dalla nomina di sindaci mafiosi dopo la Liberazione. Non pretendo di avventurarmi in analisi politiche, ma non mi si vorrà far credere che alcuni gruppi politici non siano alleati a Cosa nostra, nel tentativo di condizionare la nostra democrazia”.
“Si muore generalmente perchè si è soli o perchè si è entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perchè non si dispone delle necessarie alleanze, perchè si è privi di sostegno. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere.”

“Io credo che occorra rendersi conto che questa lotta non è una lotta personale tra noi e la mafia. Se si capisse che questo deve essere un impegno di tutti nei confronti di un fenomeno che è indegno di un Paese civile, certamente le cose andrebbero molto meglio.”

La professoressa Barbara Pozzi ha preparato sul registro elettronico della classe 1F LES delle parole importanti per i tuoi Compagni, e sono qui per essere condivise con te e la tua Famiglia: 

Il 23 maggio 1992 sulla strada che dall'areoporto di Punta Raisi
porta a Palermo, all'altezza dello svincolo per Capaci, una fortissima
esplosione sventra la strada e uccide il giudice Giovanni Falcone, 
sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, 
Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, altri 23 furono i feriti. 

Il 19 luglio 1992 a Palermo in via D'Amelio un'autobomba esplode 
uccidendo il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta 
Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina 
e Claudio Traina.

Io avevo la vostra età, frequentavo la scuola superiore 
e iniziavo a voler capire il mondo negli anni 
in cui la radio ci svegliava a colazione con le notizie degli 
omicidi di mafia, ho sostenuto il mio esame di maturità tra le
stragi mafiose di Capaci e via D'amelio; non posso riassumere in poche
parole tanti ricordi e tante tragiche emozioni, vi lascio solo
alcune suggestioni per non dimenticare.

ecco due link: 
il primo


ed il secondo

 
l'auto degli Agenti di scorta del Giudice Falcone, da allora in un percorso itinerante in mille e mille piazze d'Italia

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